Chi l’avrebbe mai detto che la “ciccia” sui fianchi e sul lato b potesse servire per avere un décolléte da urlo?
Dopo la prima sperimentazione oltreoceano, un’innovativa tecnica di chirurgia estetica si appresta ad arrivare anche in Italia, Paese che, secondo i dati Iaps 2017, si conferma quinto al mondo per interventi di chirurgia e medicina estetica dietro a Stati Uniti, Brasile, Giappone e Messico.
Si tratta del cosiddetto “seno ibrido”, tecnicamente definito come intervento di mastoplastica additiva ibrida, che si appresta a rivoluzionare anche il modo di intendere l’estetica femminile, segnando un nuovo immaginario della bellezza in cui il senso di naturalezza prende il posto della taglia maxi a tutti i costi.
Si tratta di abbinare la protesi di silicone al grasso prelevato da altre parti del corpo, come addome, fianchi, cosce o ginocchia.
La scelta dell’utilizzo del grasso comporta una copertura tissutale migliore e risultati più naturali.
La naturalità è infatti correlata alla poca visibilità della protesi.
L’altro vantaggio è dato dall’effetto volumizzante: il grasso oltre a coprire meglio la protesi, è esso stesso in grado di apportare un volume aggiuntivo contribuendo ad aumentare la misura totale del seno.
La presenza del grasso ha effetti positivi sulla discesa del seno negli anni successivi all’ intervento.