Filtri ed effetti impiegati per l’elaborazione degli autoritratti stanno innescando un nuovo trend per quanto riguarda gli interventi estetici sul viso.
“Snapchat dysmorphia”, questo è il termine usato dai ricercatori per identificare una moda dai contorni preoccupanti, legato ai social.
Sempre più persone si rivolgono alla chirurgia estetica per somigliare nella realtà ai selfie elaborati ricorrendo a filtri ed effetti applicati in fase di acquisizione o post-produzione delle immagini.
Si parla di un’insoddisfazione per una propria parte del corpo, nello specifico il viso, tanto da richiedere una consulenza al fine di valutare l’ipotesi di un intervento.
Se un tempo in molti si rivolgevano al chirurgo per ottenere l’aspetto di una celebrità, oggi sempre più persone sono influenzate dalla loro stessa immagine o, più di preciso, da quella che viene trasmessa agli altri, con l’obiettivo di ottenere un feedback positivo sotto forma di apprezzamento.
I like stanno modificando la percezione che abbiamo di noi stessi e plasmando l’idea di ciò che desideriamo essere o diventare.
Si tratta di una tendenza allarmante, poiché i filtri che si applicano agli autoritratti spesso modificano i connotati in modo fisicamente non riproducibile, ma al tempo stesso contribuiscono a sfumare il confine tra realtà e fantasia nella percezione dei pazienti.
Il fenomeno “selfie”, già di per sé molto complesso va analizzato e interpretato anche alla luce di queste nuove dinamiche.
Il team di ricercatori che ha portato avanti lo studio conclude consigliando ai colleghi medici e chirurghi di valutare eventuali richieste di questo genere instradando i pazienti, laddove necessario, verso un adeguato percorso di supporto psicologico.