L’allungamento delle gambe è un’operazione sempre più diffusa, ma molto complicata, dolorosa e non ben regolamentata.

In India, farsi allungare le gambe per diventare più alti o più alte, migliora la propria condizione sociale.

L’operazione prevede che le ossa delle gambe vengano fratturate in diversi punti e che intorno all’arto vengano applicati degli anelli esterni collegati tra loro da barre allungabili che permettono di aumentarne la distanza reciproca.

Gli anelli sono collegati anche con fili al titanio che passano attraverso l’osso. Durante il processo di crescita dell’osso due degli anelli della struttura (quello più in alto e quello più in basso) vengono costantemente distanziati.

L’osso viene dunque stimolato contemporaneamente a ricalcificarsi e ad allungarsi. In una seconda operazione la struttura viene rimossa.

La tecnica chirurgica dell’allungamento degli arti è stata sperimentata per la prima volta negli anni Cinquanta in Russia, in una piccola città della Siberia, Kurgan.

Il suo inventore, il polacco Gavriil Ilizarov, divenne famoso come “il mago di Kurgan” dopo aver operato anche un campione olimpico di salto in alto.

Aveva pensato alla tecnica non per scopi estetici, però, ma solo per chi aveva avuto un incidente o era nato con le gambe di lunghezze differenti.